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Interporto di Nola – sistema portuale campano. Impegno deciso per creare la catena logistica.
L’opinione di Claudio Ricci AD di Interporto Campano SpA.

 

 L’istituzione della Zes (Zona Economica Speciale) Campania è una grande occasione per il territorio, non solo in termini di sviluppo ed attrazione di investimenti italiani ed esteri, ma anche perché può dare una forte accelerazione al processo di ottimizzazione della catena logistica, favorendo una maggiore collaborazione ed integrazione operativa fra i vari attori logistici regionali. In questo quadro, viene naturalmente esaltata – forse si dovrebbe dire più propriamente riscoperta – la funzione retroportuale degli interporti campani.

Gli interporti (insieme a tutti i porti che fanno riferimento alla ADSP Tirreno Centrale) sono la spina dorsale della ZES, non solo e non tanto per il dettato normativo, ma per il ruolo effettivo e potenziale nello sviluppo della economia della regione.

Oggi gli interporti vanno considerati sotto una prospettiva nuova: non più quali mere infrastrutture materiali (immobili) per l’ovvio ruolo nella catena logistica, ma soprattutto in quanto  infrastrutture immateriali, come poli di generazione di benefici di agglomerazione e contaminazione (informazioni, competenze ed altro).

Questo mix di componenti materiali/immateriali determina la naturale evoluzione degli interporti verso un modello di business park, dove convivono logistica tradizionale, modelli di business ibridi (logistica/industria), light industrial e filiere industriali (in via selettiva).

Gli interporti-Business Park devono integrarsi e coordinarsi con i poli portuali da numerosi punti di vista, in primis collaborando per ottimizzare i trasporti, (lato privato: bassi costi, affidabilità tempistica, ecc.; lato pubblico: riduzione inquinamento, contenimento dei costi di congestione, ecc.), così anche per assicurare servizi efficienti. Un caso esemplificativo è costituito dalle opportunità dell’evoluzione dei servizi doganali, con l’implementazione di un “corridoio controllato 2.0” e/o di un “fast corridor”.

Lo sviluppo di un sistema logistico-intermodale integrato è prioritario per la crescita di un interporto-Business Park. In questa prospettiva è essenziale, nel rapporto porti-interporti, sviluppare forme di collaborazione “intensiva” con i principali operatori portuali per creare un vero e proprio network logistico regionale, che renda possibile trasferire le merci tra i porti e gli interporti, con lo sdoganamento in questi ultimi.

Il rapporto porti-interporti, tenuto conto della comune matrice di infrastrutture di interesse pubblico e di pivot della Zes, va anche coltivato, e in Campania ciò è già una realtà, sul piano della interlocuzione con i diversi stakeholder per favorire, in coordinamento con le strutture associative rilevanti, le necessarie misure in tema di fiscalità (per esempio superare l’attuale esclusione degli operatori logistici da taluni importanti benefici fiscali) e semplificazioni regolamentari/normative.

Fonte: Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centrale